Nella Marathon des Sables, l’“83 km notturno” si trasforma in un viaggio interiore tra paura e magia, tra voci interiori e memoria.
Chi ha corso un’ultramaratona lo sa: non è solo questione di gambe.
Nella Marathon des Sables, il cosiddetto tappone notturno di 83 km porta Antonio in uno stato di ipnosi, tra silenzio, buio e la paura che diventa magia.
«Parlavo da solo, come se ci fosse mio padre accanto a me. Ho perso la percezione del tempo. È stato il giorno che ho pianto, perché non volevo che finisse.»
Un racconto che mostra come la corsa estrema possa trasformarsi in un’esperienza profondamente umana e spirituale, molto oltre la performance.
“Parlavo da solo, come se ci fosse mio padre accanto a me. Ho perso la percezione del tempo. È stato il giorno che ho pianto, perché non volevo che finisse.”
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L’intervista completa sarà pubblicata a settembre, solo su TrainingPedia.
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